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Il Naviglio Vecchio

Il Naviglio di Paderno
"Questo naviglio di Paderno è lungo 2605 metri; largo 11 sul fondo;

l´acqua è sempre tenuta a metri 1,20 d´altezza, colla pendenza di 0.10 almeno, e 0.45 al più ogni mille metri, sicché ha la velocità, per minuto secondo, di metri 0.31 al minimo, e 1,50 al massimo.

La pendenza è divisa per metri 26.40 fra i sostegni, e per metri 1.10 fra il declivio del fondo". (C. Cantù, Grande illustrazione del Lombardo Veneto, Milano, 1857).

La storia

Fu Francesco I a donare ai milanesi (si fa per dire) 10000 ducati d´oro per l´apertura di un canale che soccorresse la navigazione interrotta dalle rapide di Paderno e congiungesse così le sponde dell´Adda e, quindi, del Lario, con quelle della Cerchia interna dei navigli milanesi, già interessata dai commerci e dai traffici del Naviglio Martesana, realizzato nel 1463 e allacciato alla fossa interna nel 1497; il decreto che segnò il breve governo degli Sforza, tornati a Milano con l´aiuto della Francia, fu in realtà una grossa operazione d´immagine poiché i soldi donati provenivano, infatti, dalle stesse imposte pagate dai milanesi ma tant´è che la voglia di operare sul terreno incantò per un momento le mire dei milanesi ansiosi di assicurarsi i traffici sul versante orientale e di non sottostare ai capricci e alle lunghe traversìe di un trasporto via terra nella tratta da Brivio a Porto d´Adda peraltro sempre minacciato dalle mire di Como e da quelle ben più consistenti della Repubblica Veneta che male vedeva un´ulteriore apertura dei traffici milanesi verso est.



Testo tratto da “Il sistema dei navigli milanesi e pavesi”

(Regione Lombardia Settore coordinamento per il territorio – 1984/1985)
Parte quinta – Proposte per il tempo libero
Naviglio di Paderno
I rilievi del tronco più accidentato e ripido del fiume, il tracciato del punto più adatto ove scavare il
canale che l'avrebbe reso navigabile risalgono ai primi del '500.
Fu Francesco l° Re di Francia a finanziare l'opera che Milano richiedeva per ottenere la continuità
della navigazione fino al lago di Como.
I disegni di Leonardo che si riferiscono a questo tratto dell'Adda individuano con efficacia, in
immagini anche più affascinanti di oggi, perchè incontaminate le caratteristiche naturali della fascia
fluviale, gli ordini successivi dei terrazzi, gli argini boscati, i massicci di ceppo affioranti nella valle
stretta
1
.
Il canale, inciso nel conglomerato detto "ceppo dell'Adda" con tracciato sinuoso lungo tutto il suo
percorso, con sezione di mt.10 circa, è affiancato dalla strada di alzaia inizialmente sulla sponda
sinistra poi alternativamente sui due lati ed infine in sponda destra presso lo sbocco nel fiume.
Derivato presso il sasso di San Michele, a valle del ponte in ferro ad arco il Naviglio di Paderno, un
vero e proprio by-pass dell'Adda,è oggi quasi sempre asciutto.
Le acque vengono sottratte, all'altezza della prima conca, da un canale derivatore che alimenta la
centrale idroelettrica di Porto d'Adda che le restituisce al Naviglio dopo il settimo salto prima di
ritornarle in Adda
2
.
Dopo la prima conca, la seconda, detta anche la conca "Vecchia", è ricavata da quella realizzata
dal Meda.
Il progetto iniziale consisteva nel superare il dislivello esistente mediante due  soli salti di cui il
secondo,detto anche il Castello d'acqua, alto 18 metri, corrisponde oggi alla conca "Grande”
ridotta a circa un terzo rispetto a quella originaria. seguono la quinta e la sesta detta anche conca
"in Adda" perché il Naviglio terminava qui prima della costruzione del nuovo tratto contenente due

piccoli salti con relative conche, con porte e paratoie non più in legno, come lo erano le precedenti,

ma in metallo.
Con la cessazione della navigazione e la nazionalizzazione dell'energia la centrale Bertini ha
assorbito anche la portata di competenza del Naviglio sostituendo le piccole centraline elettriche
intestate in corrispondenza delle conche.
Gli edifici delle centraline sono stati abbandonati e le turbine che erano installate su  derivazioni
laterali sono state asportate o sono arrugginite.
Oltre agli edifici delle centrali da recuperare, la costruzione più prossima al Naviglio, non visibile
dall'alzaia, è la chiesa della Rocchetta, posta sopra la conca "grande" del Meda, in cima al colle da
cui ha preso nome la chiesa, probabilmente prima era una rocca di difesa.
Dall'alto della rocchetta e dalla rupe in cima alla quale è stata costruita la Villa Paradiso si vedono i
panorami più ampi della valle e si notano in tutta la loro estensione le cave che raggiungono
profondità maggiori dell'alveo del fiume.
E' il caso della cava di Cornate a  ridosso dell'ultimo tratto del Naviglio che rischia di
comprometterne la stabilità e la sua auspicabile conservazione.
Il paesaggio dell'Adda
3
, il ponte in ferro di Paderno, la valle della Rocchetta in cui scorre il Naviglio
e la Rocchetta come punto panoramico; il Naviglio dal punto di vista tecnico-idraulico con l'incile,
gli scaricatori, le conche, le sponde tagliate nel ceppo e i ponti; gli impianti per la produzione di
energia idroelettrica: la Bertini, la Esterle, la centrale e la diga di Robbiate, nonchè le centraline
attestate alle conche ove opportuno; gli edifici lungo il Naviglio (quelli delle centraline e del
guardiano delle acque) nonchè la chiesetta del l'Annunziata, alla Rocchetta; il molino di Paderno.
In coerenza con le norme di salvaguardia proposte con la futura istituzione del Parco della Valle
dell'Adda e con le destinazioni previste dagli strumenti urbanistici in quanto compatibili, l'uso del
tempo libero, nel Naviglio di Paderno, può essere incentivato.
proponendo la conservazione e valorizzazione del Naviglio e delle sue opere idrauliche che dovrà
essere riconosciuto di interesse storico-culturale e di valore monumentale; l'utilizzazione del corpo
d'acqua, che può essere convenientemente incrementato, per la formazione di riserve ittiche e
zone di ripopolamento usando, a tale scopo, ove necessario, anche le conche esistenti; l'attività di
pesca regolata da norme speciali; il  progetto di restauro delle conche del Naviglio e la
sistemazione  paesaggistica dell'alzaia e delle zone ad essa adiacenti con l'eliminazione dei
parapetti in metallo e l'individuazione delle aree da utilizzare per l'attestamento veicolare di servizio
e/o di parcheggio; il  progetto di recupero dei  fabbricati (ex centraline elettriche) attestati alle
conche  per destinazioni d'uso  pubblico con eventuale ripristino  esemplificativo-didattico dell'uso
originario; itinerario pedonale storico-tecnico-didattico sull'uso delle acque per la produzione
dell'energia elettrica comprendente sia il Naviglio che le centrali di Calusco, Bertini ed Esterle.





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Tutta la Valle dell'Adda e la Valle di Paderno d'Adda dove scorre il Naviglio di Paderno sono protette con ampie destinazioni a verde.
Così avviene anche nei Comuni della sponda bergamasca dove fasce verdi proteggono le coste dell'Adda e parte del terrazzamento.
In costa bergamasca la pianificazione locale prevede anche l'idrovia Ticino-Mincio: progetto ormai decaduto.
La parte più pianeggiante del Comune è destinata a verde agricolo.
Un secco attraversamento stradale in viadotto dovrebbe tagliare secondo il Piano Regolatore Generale vigente la Valle dell'Adda più o
meno in corrispondenza dell'incile della ipotetica idrovia Ticino-Mincio all1altezza circa della località dei “Tri Corni".
L'intero territorio comunale è vincolato ex legge 1497 per la tutela ambientale con decreto ministeriale del 15 luglio 1969 a motivo, in
particolare, “nella spontanea concordanza e fusione tra l'espressione della natura e quella del lavoro umano".
Il Comune è anche soggetto a vincolo idrogeologico
2
Il territorio del Comune di Calusco interessante il Naviglio e l'Adda è trattato dal P.d.F come in Paderno:destinazione a fascia verde
lungo l'Adda, verde agricolo per il terrazzamento. In territorio di Calusco è previsto l'attacco dell'idrovia Ticino-Mincio.
In Comune di Cornate d'Adda la fascia verde a protezione del Naviglio si fa più stretta.
I dintorni della Centrale Bertini sono destinati a verde agricolo. Il Piano Regolatore Generale di Medolago protegge con ampia fascia la
Valle dell'Adda. Anche il Programma di Fabbricazione di Suisio protegge la Valle dell'Adda.
Il tracciato dell'idrovia Ticino-Mincio è ancora abbastanza vicino all'Adda (anche se ormai in quota) e comincia ad allontanarsi verso la
pianura bergamasca in Comune di Bottanuco.

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Impianti attrezzature e servizi esistenti o in programma, piani e progetti esecutivi.
La proposta di parco dell'Adda già compreso nell'elenco dei parchi da istituire con Legge regionaIe.
Attrezzature sportive sono localizzate a Paderno, lungo la ferrovia, a Cornate, Suisio e Medolago.
Ristoranti panoramici a Villa Paradiso e lungo l'Adda nei pressi di Paderno.



Ministero dei Lavori Pubblici

Atti della Commissione per lo studio della navigazione interna nella valle del Po
1903
Il Naviglio di Paderno - Ricordi storici
[…] Leonardo da Vinci,  ebbe l' intuizione del modo di risolvere il problema della navigabilità dell'Adda, e
vi applicò il suo potente ingegno. Già il Lombardini aveva accennato all'intervento di Leonardo negli studi per
aprire un canale navigabile laterale all'Adda fra il lago di Como ed il Naviglio della Martesana . Luca Beltrami
rischiara questo punto, ed illustra alcuni disegni de ll Codice atlantico, in modo da non lasciar dubbio che
Leonardo avesse avuto in mente l' opportunità e la possibilità di un canale corrispondente all' attuale canale
di Paderno, da costruirsi nella stessa località. Dalla pubblicazione del Beltrami appare anche una soluzione
geniale ed ardita, qua le poteva aspettarsi dalla mente di quel grande, per vincere in un sol salto, coi natanti,
la pendenza dell'Adda nel tratto in cui si sostituiva al fiume il canale derivato.
Questo doveva a valle far capo ad un pozzo posto in comunicazione col corso inferiore dell'Adda mediante
una breve galleria scavata nella roccia, pozzo e galleria praticabili alle barche; la bocca della galleria doveva
munirsi di saracinesca , destinata , se chiusa, a far rigonfiare le acque nel pozzo e ad elevare quindi i natanti
fino a livello del superiore canale . Nella stessa località e per la soluzione dello stesso problema, più tardi
Giuseppe Meda, conscio forse di questo ardimentoso concetto di Leonardo, progettava e costruiva quasi
completamente, una conca col salto di 18 metri ; e si vogliono ricordare qui questi fatti, a gloria de i nostri
maggiori ed a testimonianza del precoce ardimento della scienza idraulica italiana;
Poichè invero, tre secoli dopo Leonardo, e due secoli dopo il Meda, il Prony nel suo giudizio sul progetto del
Naviglio di Pavia, condanna il valor medio di 4 metri d'altezza nei salti progettati, e dichiara che simili cadute
sarebbero giudicate  in Francia  troppo forti, nonostante tutti i mezzi ed i ripieghi che si usassero per
introdurre l'acqua nei sostegni medesimi, senza degradare la fabbrica di questi, e senza sturbare la loro
manovra i lavori proposti dalla Commissione Civica Milanese alla fine del 1519 furono tosto incominciati, ma
anche presto sospesi in causa delle complicazioni politiche sopravvenute, e della conflagrazione guerresca
del 1521 fra Francesco I e Carlo V la quale ebbe per teatro principale il Milanese .
Nel 1557 si ha notizia di nuovi ma inutili sforzi del Municipio di Milano: ed il progetto della derivazione di un
canale pare tanto caduto nell'oblìo che, nel 1512  Francesco Rizzo ritornò alla carica con l' idea di rendere
navigabile l'Adda nel suo alveo costruendo delle chiuse nell'alveo stesso: ma non se ne fece nulla .
Del resto gli anni di mezzo del secolo XVI rappresentano più che una sosta, un vero regresso nello sviluppo
della canalizzazione del Milanese. conseguenza questa dei metodi del Governo spagnuolo. Abbiamo visto,
scrivendo del Naviglio della Martesana che durante questi anni anche quel Canale era ridotto in miserande
condizioni, così da rendersene poi necessario un completo restauro, condotto a termine nel 1574·
In quel momento di fugace rinascimento della canalizzazione del Milanese , Giuseppe Meda, uomo di
bizzarro ma vivace ingegno, riprese il progetto del Naviglio da derivarsi dall'Adda presso Paderno e si
offerse di condurre a termine l'opera in breve tempo.
E notevole che il Meda progettasse di radunare in due soli sostegni un salto di metri 23,76, dei quali sostegni
il primo doveva aver l' altezza di circa metri 6, ed il secondo di circa metri 18.
Seguire le peripezie dell' impresa del Meda non è qui il caso; le costruzioni incominciate nel 1591 subirono
rallentamenti, interruzioni, guasti per cause molteplici, naturali e non; e giacchè in quell'opera tutto doveva
presentare caratteri che precorrevano i tempi moderni, non mancò  anche uno sciopero dei lavoranti, con
conseguenti tumulti; nella qual contingenza il Meda,  a dir vero, non si mostrò sufficientemente moderno:
trascese  a violenze e fu imprigionato. Fu imprigionato una seconda volta sotto l' imputazione di aver
defraudato la città di Milano nei contratti stretti con questa: e, rilasciato libero nel 1599, verso l'agosto morì.
Anche se le gravi imputazioni fossero state basate su fondamento di verità, per le doti dell' ingegno il Meda
andrebbe pur sempre ricordato dai posteri con ammirazione . Dobbiamo a lui anche l' idea madre delle
conche accollate,  giacchè per temperare il grande salto di 8 metri del suo  Castello  progettò, a valle del
sostegno, una seconda mano di porte, da adoperarsi negli stati di magra del fiume , e da porsi fuori uso
durante le piene.
L'ing. Bisnati, allievo ed amico del Meda, ne continuò l' opera dopo la morte del maestro, ma gli eventi non
arrisero al suo zelo. Egli stesso nel 1603 consigliò di vendere i materiali provvisti in cantiere, di ostruir l'incile
del nuovo canale (che pure pel primo tronco era stato aperto alla navigazione in via di esperimento) affinchè
le piene non rovinassero almeno le opere già fatte.
Il canale di Paderno rimase così abbandonato, come una interessante rovina, fino al 1773, anno nel quale si
decretò di riattitivarlo, modificandolo, e si strinse  contratto per l'esecuzione delle opere, con l'impresa
Nosetti. Questa volta i lavori procedettero fino al termine, e l' 11 ottobre 1777 si aprì con solenne festa il
nuovo canale alla navigazione.
Da allora la storia del Canale non ha che a registrar e le modificazioni che vi praticò nel 1898 la Società
italiana di elettricità sistema Edison, tanto alla presa , quanto allo sbocco in Adda . […]





Naviglio paderno ­ 7 manufatti  

5 conche           Conchetta ­ Fontane ­ Nuova ­ Serenza -        Vecchia
2 ponti              Centrale Bertini e Rocchetta

NAVIGLIO DI PADERNO
Il Naviglio di Paderno


Fra il 1506 e il 1507 e, poi, nel 1513 Leonardo da Vinci abitò nella villa dei Conti Melzi di Vaprio d’Adda per cui anche Paderno e Trezzo furono considera zone leonardesche. Nella villa di Vaprio furono conservati i manoscritti di Leonardo prima della loro dispersione e gli studi che egli aveva fatto sul superamento della stretta dell'Adda ai Tre Corni presso Paderno col progetto di una diga sul fiume.Tale studio prevedeva un canale navigabile accanto a quel tratto di fiume, prefigurando una soluzione che sarebbe stata adottata fra il 1516 e il 1577, periodo di costruzione del Naviglio di Paderno. Le rocce incassate di Cornate sono state ritratte dall'artista in molti suoi quadri fra cui si ricorda la famosa "Madonna delle Rocce. che ritrae sullo sfondo tale paesaggio.

Il Naviglio di Paderno è il più breve, ma è stato il più difficile da costruire per fare superare alle barche, in soli due chilometri e mezzo di percorso un dislivello di ben 27 metri con avvenieristiche tecniche d'ingegneria idraulica.

La costruzione del primo tratto del Naviglio fu decisa nel 1518, ma per superare la rapida di Paderno, che bloccava le comunicazioni sull'Adda, furono necessari quasi tre secoli. Mentre la città veniva chiusa dagli spagnoli con la nuova cintura dei "bastioni", nel 1574, Giuseppe Meda uno dei più geniali ingegneri idraulici milanesi, propose la soluzione di rendere navigabile tutto il percorso dell'Adda, scavando un naviglio molto breve e costruendo, con la conca detta "Castello", due sole conche, rispettivamente di sei e diciotto metri per vincere tale dislivello. La friabilità del terreno e la mancanza di fondi d'investimento vanificarono i lavori in corso, tanto che lo sfortunato Meda fu, più volte, imprigionato. Le stesse innovazioni tecniche del Bisnati, amico e successore del Meda, non bastarono a superare le difficoltà della roccia friabile e della cronica mancanza di fondi. I lavori cessarono definitivamente nel 1598.

Solo dopo la seconda metà del Settecento si riaffrontò il problema tecnico per superare le rapide di Paderno con studi di Pietro Nosetti e con il progetto del matematico e idraulico Paolo Frisi che prevedevano la ripartizione del salto d'acqua in dieci tronchi orizzontali. Sotto il regno di Maria Teresa d'Austria le rapide dell'Adda furono vinte. 1 lavori iniziarono nel 1773 e furono ultimati nel 1777. Il collaudo definitivo dell'opera avvenne nel 1790, perché le continue frane ne rendevano precaria la stabilità. Il Naviglio di Paderno risulta un canale parallello all'Adda, lungo 2,6 chilometri; e il problema della sua forte pendenza fu risolto con la costruzione di sei conche con salto variabile fra i tre e i sei metri circa, le più alte dei navigli lombardi. Per controllare le piene, il Naviglio fu fornito di tre scaricatori che, attraverso 28 porte, immettevano nell'Adda le acque in eccesso. Con la realizzazione del Naviglio di Padernosi poté conseguire quel sogno di completamente del sistema dei Navigli che collegava la navigazione dal Lago Maggiore al Lago di Corno, senza ricorrere al traino delle barche e al trasbordo delle merci.

Sulla nuova via d’acqua cominciarono subito ad affluire verso Milano merci come il ferro, il carbone e il legname. Di questo traffico si avvantaggiò soprattutto Lecco. Fu istituito un servizio pubblico regolare fra il Lago di Como e Milano, che cominciò a essere operante già nel 1780. Questo servizio fu assimilato a quello già in uso nel Ticino, diminuendo però le tariffe di navigazione e introducendo alcune esenzioni daziarie. Alle barche discendenti si assicurò il carico di ritorno col trasporto del sale.

Alla fine dell'Ottocento, anche il Naviglio di Paderno entrò in crisi e verso il 1930 cessò ogni attività su quell'impianto, le cui acque non servirono più neppure per l'irrigazione.

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